Speciale: Dipinti macabri e inquietanti

I dipinti, che siano quadri o affreschi sono magnifici, poesia tradotta in immagini e simboli. Ci sono poesie con storie alle spalle, storie che a volte sono leggermente inquietanti o comunque profondamente brutali; a questo punto abbiamo quindi anche tele con delle storie altrettanto selvagge. Analizziamo quindi alcuni dipinti, alcuni abbastanza famosi, altri meno, tutti che riguardano vicende insolite.

 

  • Iniziamo subito con il quadro maledetto di Ebay, The hands resist him di Bill Stoneham. Questo dipinto ha una storia alquanto inquietante. E’ stato dipinto nel 1972 e rappresenta un bambino, accompagnato da una bambola, che sta davanti ad una porta a vetri dove vengono raffigurate varie mani premute contro la porta. Questo quadro è stato acquistato dall’attore John Marley e successivamente da una coppia nel 1984, dopo la morte dell’attore. La suddetta coppia ha poi messo il quadro su Ebay, sostenendo che fosse maledetto, infatti sostenevano che i personaggi del quadro si muovessero durante la notte e che addirittura uscissero dal dipinto. Venne quindi venduto ad una galleria che contattò l’autore per spiegargli la vicenda ed egli, sorpreso, raccontò che alcune persone venute a contatto con il quadro morirono poco tempo dopo. In seguito venne commissionato all’autore un altro quadro, una sorta di seguito del primo, dove egli rappresenta gli stessi personaggi quarant’anni dopo ed è intitolato Resistance at the Threshold.

  • Procediamo con un quadro che di macabro ha il fatto che sia stato dipinto da un serial killer e vi presento quindi Pogo il clown di John Wayne Gacy. Gacy venne arrestato, dopo aver ucciso 33 adolescenti e maschi adulti, nel 1980 e in carcere iniziò a dipingere. La maggior parte dei soggetti rappresentati nelle sue tele erano pagliacci (per lo più malinconici e tristi) e molti dei quali erano autoritratti in cui era vestito da pagliaccio, avendo appunto l’alter ego di Pogo il Clown durante le giornate di beneficenza in cui intratteneva i bambini. Molti dei suoi quadri vennero messi in vendita, e altri vennero portati a delle mostre che attirarono molte persone a causa del fascino macabro e sinistro dell’autore. Molti dei suoi dipinti vennero anche distrutti in un falò nel 1994 e ne presero parte anche famigliari delle vittime di Gacy.
Ma vogliamo parlarvi anche di dipinti famosi che celano fatti brutali o comunque stranamente inquietanti.
Tra i quadri ispirati a fatti realmente accaduti e a cui alcuni eccellenti autori si sono dedicati per farci conoscere la storia in un modo differente, più profondo, abbiamo:

 

  • Qualche piccola punzecchiatura della pittrice messicana Frida Kahlo, del 1935. La pittrice si è ispirata per questo quadro ad una vicenda accaduta in Messico, e denuncia il femminicidio attraverso la tela che riporta il titolo in lingua di Unos cuantos piquetitos. Viene rappresentata una donna morta accoltellata su una sorta di tavolo e al suo fianco è presente un uomo con un’arma in mano e con le mani sporche di sangue. Frida Kahlo è stata particolarmente ispirata per questo dipinto alla frase detta, per giustificarsi, dall’assassino della donna: “Non l’ho uccisa, le ho dato solo qualche piccola punzecchiatura”.

  • Davide con la testa di Golia del noto Caravaggio, riferendoci alla versione conservata a Roma e realizzata tra il 1609 e il 1610. Differentemente dalla versione del 1607, in questa troviamo dei soggetti più violenti e il dipinto stesso è sconvolgente. Ha colori cupi che tengono alta la tensione, e David ha un’aria assorta che contempla con compassione la testa di Golia urlante. Dallo sfondo completamente buio e infernale escono quindi queste due figure macabre che sovrastano chi guarda il dipinto e danno una sensazione di dolore e stanchezza per quanto riguarda la testa di Golia, e di malinconia per David. La parte che si può definire inquietante a nostro parere è che la testa di Golia è un autoritratto dello stesso Caravaggio, si rappresenta stanco, sopraffatto ma anche corrucciato. Per quanto concerne invece David, si è detto che fosse un ritratto del garzone (e a quanto si dice anche amante) di Caravaggio, mentre secondo un recente parere si tratterebbe di un altro autoritratto di un Caravaggio adolescente.
  • L’assassino minacciato di René Magritte, datato 1926, rappresenta una scena statica, dove si comprende il momento subito precedente alla scena ritratta e cosa accadrà subito dopo. La scena infatti rappresenta una donna nuda e morta su un lettino e sono presenti anche una serie di uomini che circondano i limiti del dipinto. L’assassino della donna è nella stanza ed è assorto, come se non avesse a che fare con il delitto, su un grammofono. Gli altri uomini, soprattutto i due in primo piano, sono pronti a catturare l’assassino, uno con una sorta di clava e l’altro con una rete. Da qui intuiamo cosa accadrà e cosa è accaduto, in un attimo di quiete, senza che l’autore ci abbia detto nulla. La brutalità della scena è in contrasto con il resto del dipinto, a causa anche dagli abiti borghesi che portano gli altri personaggi del quadro.

 

  •  La Guernica di Picasso è uno dei dipinti che preferisco in assoluto. E’ stato prodotto nel 1937, in seguito al bombardamento della città di Guernica per mano della Luftwaffe e dell’Aviazione Legionaria Fascista d’Italia. La violenza con cui si presenta il quadro è contrastata dai dettagli a cui Picasso ha dedicato particolare attenzione. Dagli elementi non si comprende di quale periodo si tratti e neanche il riferimento alla distruzione causata da un bombardamento, ma piuttosto sembra che l’autore si sia concentrato sulle emozioni e gli stati d’animo delle figure rappresentate, che sembrano raffigurare una sorta di distopico presepe natalizio. La scelta dei colori bianco, grigio e nero sottolinea l’assenza di vita, il terrore e la crudeltà, che culminano nella figura della donna disperata che regge in braccio il suo bambino, nel braccio staccato che regge una spada spezzata e nelle espressioni spaesate e terrorizzate di tutti i presenti. Nonostante la sofferenza mostrata, che evidenzia l’opposizione dell’autore per i regimi totalitari, sono presenti nel dipinto elementi che riportano alla speranza, alla vita, come la lampada accesa sul soffitto o il fiore che nasce dalla spada spezzata.

 

« È lei che ha fatto questo orrore?»

 

«No, è opera vostra »

 

  • L’Urlo di Munch è un’opera che simboleggia l’angoscia che ha attanagliato l’intera esistenza del pittore. L’intero quadro viene sovrastato da tonalità rossastre e bluastre e rappresenta un fatto realmente accaduto all’artista: mentre camminava su un ponte con degli amici viene pervaso da una sensazione di terrore assoluto trovando intorno a sé colori infernali, dal rosso sangue all’azzurro delineato sempre da quelle tonalità del rosso. Il volto del personaggio è chiaramente terrorizzato e annientato dal panico che lo ha assalito e tutto questo è ampiamente comprensibile anche dalle forme che hanno assunto tutti gli oggetti del dipinto. Tutto è deformato dalla paura.

« Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura. »

 

  • La zattera della Medusa è l’ultimo dei quadri che analizzeremo. E’ stato dipinto tra il 1818 e il 1819 da Théodore Géricault. E’ stato eseguito in seguito al naufragio della fregata francese Medusa avvenuto nel 1816: 250 persone si salvarono grazie alle scialuppe, la ciurma (147 persone) si imbarcarono in una zattera di fortuna. Di 147 persone ne tornarono a casa solamente 13. Il dipinto è da una parte speranza e vita e dall’altra sofferenza e morte. Una piramide di uomini si protrae verso la salvezza, una nave in lontananza, che cercano di richiamare con una maglietta stracciata. Un’altra sorta di piramide è presente e vede il suo profilo nella vela della zattera. Anche qui è presente un genitore che piange il figlio, ma in questo caso è un padre che contempla con assorta malinconia la salma del figlio. La confusione dei corpi sistemati sul legno indica e sottolinea le emozioni contrastanti dell’animo umano, il terrore, la disperazione, la sofferenza, lo scoraggiamento sono tutti vivi nel dipinto e ci rendono partecipi della scena.

 

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