Speciale: Le origini oscure delle fiabe

Tutti noi conosciamo le fiabe come sono state riportate nei film d’animazione di Walt Disney. Ma quanti di noi conoscono le vere fiabe a cui si è ispirato il mago dell’animazione?

Ad esempio, chi conosce il libro di Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie? Ecco, Alice è una bambina che si annoia tanto ad ascoltare la sorella che legge a voce alta per lei e quindi si rifugia in un mondo di sogni, dove tutto è possibile e dove niente ha un senso.
Quanto simbolismo si può trovare in queste fiabe così accattivanti.. Innanzitutto qualcuno ha visto nella tana del Bianconiglio una sorta di wormhole, un tunnel spazio-temporale. Secondo una concezione mitologica il tunnel è visto più come un passaggio per l’aldilà, mentre secondo un pensiero esoterico il cunicolo potrebbe portare al mondo delle fate, mitico e spaventoso allo stesso tempo. In tutto ciò il Bianconiglio rappresenterebbe il messaggero degli dei, Ermes, il Brucaliffo, il bruco blu che fuma il narghilè, è una sorta di maestro che fa prendere ad Alice coscienza di se stessa; attraverso tutti i personaggi Alice cresce, fisicamente e psicologicamente, riuscendo infine ad uscire dal suo mondo e ritornare alla realtà.

E cosa ne dite di Biancaneve? La Biancaneve originaria appartiene alla storia dei fratelli Grimm ed è stata pubblicata nel 1812. Racconta la storia di una bambina di soli sette anni che ha la pelle bianca come la neve, i capelli neri come la notte e le labbra rosse come il sangue. Secondo la tradizione germana i “prescelti” erano stati generati da tre elementi: il ghiaccio infinito, la notte originaria e il sangue del primo gigante. Biancaneve, secondo la storia, ha perso la madre, morta dandola alla luce e viene cresciuta dal padre e dalla matrigna. Ha sempre vissuto una vita tranquilla, almeno fino ai sette anni, quando la piccola diventa bellissima. La matrigna, sempre preoccupata di sapere se esiste una fanciulla più bella di lei, resta continuamente a chiedere al suo specchio magico chi sia la più bella e, appunto quando la piccola Biancaneve compie sette anni e diventa la più bella, la matrigna decide di eliminarla. I fatti singolari legati a questa fiaba sono quasi tutti legati al numero 7, che i Germani credevano fosse sacro e perfetto. Ma in realtà la matrigna non vuole uccidere Biancaneve solo perché
più bella di lei, ma ordina al cacciatore di riportarle indietro i polmoni e il fegato della bambina. Il cacciatore, come sappiamo tutti, non uccide la bambina, ma un animale di passaggio e riporta alla regina i resti da lei chiesti. Al ritorno del cacciatore la regina mangia le interiora per allontanare da sé il tempo della sua caduta dal trono. Tuttavia la matrigna scopre più tardi che Biancaneve è ancora viva e cerca di eliminarla a modo suo: tenta di ucciderla con una stringa, con un pettine avvelenato e con una mela avvelenata. Nei primi due casi i nani la salvano ma al terzo tentativo Biancaneve muore e viene messa dai nani in una teca di cristallo. Un principe, al sol vederla, se ne innamora e, per sbadataggine dei servi del principe, la teca cade facendo rimbalzare Biancaneve e facendole uscire dalla bocca la mela avvelenata, così Biancaneve si risveglia e sposa il principe. In uno dei finali più cruenti della storia delle fiabe, Biancaneve e il principe invitano alle nozze anche la matrigna di Biancaneve, ignara di chi sia la sposa misteriosa. I due sposi legano la matrigna e le fanno indossare delle scarpe di ferro piene di braci ardenti, finché la regina non cade ai piedi della piccola Biancaneve.

Terminerò con uno dei personaggi più misteriosi in assoluto, il ragazzino che tutti conosciamo come Peter Pan. Il personaggio dei libri di James Matthew Barrie, nasce dalla fusione della figura del dio Pan con alcuni bambini che lo scrittore aveva conosciuto. Nel libro Peter non è descritto fisicamente perché il lettore possa immaginarlo a suo piacimento, mentre nella trasposizione cinematografica di Walt Disney, viene rappresentato con le orecchie a punta, vestito di verde e le sopracciglia che descrivono uno sguardo un po’ selvaggio. Proprio come il dio Pan attirava a sé le ninfe, Peter attira Wendy e Maimie. Mentre Wendy decide di seguirlo Maimie si rifiuta, raggiungendo la maturità. Il Peter Pan di Barrie ha tantissimo in comune con il Pifferaio magico, o il Pifferaio di Hamelin, che fa sparire un sacco di bambini per vendetta personale. Entrambi i personaggi appaiono crudeli, infatti Peter Pan non si mette scrupoli e può eliminare i compagni di gioco se crescono, non seguendo così le regole dell’Isola che non c’è. Inoltre Peter sa volare, scappando dalle responsabilità degli adulti, sa sognare e rifugiarsi in un magico mondo, ma nel giro di poco tempo può diventare malvagio ed egoista, quando serve.

“Se puoi sognarlo, puoi farlo.”

                                       Walter Elias Disney

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