Fahrenheit 451, Ray Bradbury

In un presente-futuro datato intorno al 1950 i libri non si leggono più, anzi vengono bruciati, perché tutti devono essere uguali e devono pensare allo stesso modo mentre nei libri si imparano le differenze. Tutti devono essere all’avanguardia, felici e spensierati, senza dover pensare. In un mondo in cui tutti dimenticano che esiste la guerra ed esiste il male.
Fahrenheit 451 ci fa comprendere cosa vuol dire un mondo senza libri, un mondo senza libertà di pensiero, di stampa, senza libertà di espressione e di scelta. I militi del fuoco, i vecchi pompieri hanno cambiato lavoro, non spengono più il fuoco, anzi appiccano incendi per bruciare libri, case e persone che compiono atti contro lo stato. Tra questi militi c’è il protagonista del romanzo, Guy Montag, che un giorno conosce Clarisse, una giovane ragazza che gli racconta episodi passati della sua vita riguardanti libri, passeggiate e fiori. A questo punto Guy improvvisamente cambia, si dimentica di essere felice, perché pensandoci bene, come si può essere felici in una società come quella?
Un libro ingegnoso e singolare che fa rabbrividire tutti i lettori, in uno stile che personalmente disorienta ma che è sicuramente caratteristico e particolare.
Una curiosità riguardo il titolo del libro: Bradbury chiese ai pompieri a quale temperatura prendesse fuoco la carta e loro gli risposero che succede a 451° Fahrenheit, perciò decise di intitolare così il suo romanzo.

VOTO: 8

“Che cosa c’è di tanto adorabile nel fuoco? Qualunque età abbiamo, che cosa ci attira tanto in esso?”

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