I delitti della Sardegna, Gianmichele Lisai

Se con “Sardegna Giallo e Nera” abbiamo affrontato in generale la cronaca nera riguardante quest’isola dividendola in tre gruppi (Il banditismo, I sequestri, Gli omicidi), con “I delitti della Sardegna” affronteremo tutti i casi di cronaca nera che si sono conclusi con uno o più delitti. Partendo dal 1202 durante il Medio-Evo,tra intrighi di corte, scandali, congiure e rivolte e arrivando ai giorni nostri verranno analizzati i 100 principali delitti commessi in Sardegna.
Tra i casi più in evidenza troviamo: la morte di Michele Zanche, ucciso molto probabilmente per motivi legati a interessi successori nel 1275. Questo personaggio è conosciuto non per il fatto che fu ucciso ma perché viene nominato da Dante Alighieri nella Divina Commedia, precisamente nel Canto XXII dell’Inferno. L’omicidio di Gavino Campus e sua moglie ad opera del prete don Antonio Cossu con un movente ancora sconosciuto e che, nel Marzo del 1799, fu rimesso in libertà grazie all’indulto promulgato da Carlo Emanuele IV. Da questo momento inizia l’epoca d’oro dei banditi. Si passa poi ai delitti di origine politica mescolata a regolamenti di conti durante il periodo fascista e per concludere i casi più recenti legati ai giorni nostri: l’omicidio di Dina Dore, la misteriosa morte della figlia di Matteo Boe e il mostro di Arbus.



I delitti della Sardegna

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