No Irish, No blacks, no dogs; Johnny Rotten

“Non ho tempo per le bugie e le farneticazioni, e neanche voi dovreste averne”. Con queste parole si apre No Irish, No blacks, No dogs, l’autobiografia di una delle personalità più irriverenti, ciniche e senza peli sulla lingua del panorama musicale e non solo, stiamo parlando di Johnny Rotten, cantante dei Sex Pistols. Dalla turbolente infanzia a Finsbury Park nei sobborghi di Londra assieme alla “gang dei John”, chiamata così perché
tutti i membri facente parte del gruppo si chiamavano John, la meningite che lo colpì a 9 anni, il duro rapporto con il padre, l’amore per la musica condiviso con la madre, la difficile amicizia con Sid Vicious, la scoperta del negozio Sex gestito da Vivienne Westwood e Malcolm McLaren (che diventerà manager della band) e conteporaneamente l’entrata nei Sex Pistols e infine il dopo Pistols. Rotten fa chiarezza su di se, sui Pistols e non si risparmia gettando fango su chi ha inventato storie e detto falsità sulla band, alcuni di essi senza aver vissuto il periodo. Critica aspramente Vivienne e Malcolm e soprattutto la vita vissuta da Sid e che lo ha portato alla morte. In questo libro Rotten non vuole stare al centro dell’attenzione e parlare solo di se infatti da contorno ci saranno delle testimonianze del resto della band e di alcuni amici che hanno vissuto con lui quel periodo. Durante la lettura si scopre un Rotten profondo, quasi un filosofo dei giorni nostri nonostante le numerose contraddizioni, ma come dice lui stesso “la contraddizione è la forma d’arte per eccellenza”.

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