La casa dei mai nati, Christopher Ransom

Il matrimonio di Conrad e  Joanna è in crisi, lui dà la colpa alla vita frenetica di Los Angeles. Per questo riesce a convincere la moglie a trasferirsi nel Wisconsin, in un’antica casa dell’ottocento, che in passato ospitava ragazze madri in procinto di partorire. Subito dopo il trasferimento però,  Joanna riparte per due mesi per un lavoro, lasciando solo Conrad. Rimasto solo, riceve dal vecchio inquilino un vecchio album fotografico che ritrae levatrici e ragazze madri. Osservando attentamente le foto, Conrad riconosce il volto di
 Joanna che lo fissa con un sguardo pieno d’odio. Tra rumori nella notte e apparizioni, per Conrad, sarà l’inizio di un incubo. Questo è il libro di debutto di Christopher Ransom, un libro che ricorda vagamente Stephen King in “Mucchio D’ossa ” e Dan Simmons ne “L’Inverno della paura” per il fatto che il protagonista si ritrova a vivere solo in una vecchia casa “infestata”. Rispetto ai due romanzi citati però questo è più complesso perché, perdendo il filo del racconto si rischia che il lettore non capisca più se quello che sta vivendo il protagonista sia: un flashback, la realtà, un sogno o un frutto della sua immaginazione. Ma se si riesce a rimanere concentrati la storia convince, inquieta e terrorizza. Questa è la seconda volta che leggo questo libro e devo dire che rileggendolo ho trovato chiare certe cose che non avevo     compreso la prima volta.

VOTO: 6,5/7

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