Una stanza piena di gente, Daniel Keyes

Il 27 ottobre 1977 la polizia di Columbus, Ohio, arresta il giovane William Stanley Milligan per aver rapito, violentato e rapinato tre ragazze, studentesse dell’università. Billy ha precedenti penali, ma la difesa si appella all’infermità mentale perché durante la perizia psichiatrica richiesta, viene fuori che Billy soffre gravemente del disturbo dissociativo d’identità a causa delle violenze subite da bambino. La disgregazione infatti risale al periodo in cui
Billy ha subito maltrattamenti e abusi da parte del marito della madre. Durante i colloqui risulta che Billy possieda dieci personalità distinte, che prendendo il sopravvento sulla sua coscienza, lo spingono a comportarsi in maniera insolita. In seguito si distingueranno ben ventiquattro personalità. Le ventiquattro personalità di Billy sono presentate e descritte all’inizio del libro, ma piano piano si impara a conoscerle e incontriamo Arthur, dall’accento inglese, il piccolo David, Ragen lo slavo, Tommy,  l’artista della fuga che dipinge paesaggi, Danny che dipinge nature morte, Allen, l’artista del raggiro che dipinge ritratti, la piccola Christene, di 3 anni, Christopher, il fratello di Christene, di 13 anni, Adalana, la lesbica e Billy, la personalità originaria o principale. Successivamente conosciamo tutti gli indesiderabili, Philip, Kevin, Samuel, Mark, April, Walter, Steve, Lee, Jason, Robert, Shawn, Martin, Timothy e infine Il Maestro, la somma di tutte le personalità.
Grazie a Daniel Keyes tutti si possono rendere conto del problema, dell’instabilità mentale che si crea a causa del disturbo e soprattutto di come funzionano le personalità (che sembrano più che altro vere e proprie persone che condividono lo stesso corpo). L’autore ci racconta i fatti come sono stati a loro volta raccontati dallo stesso Billy, perciò si capisce meglio cosa prova una persona che si trova in quello stato. Immedesimandosi nel personaggio si percepiscono le numerosissime emozioni che ogni persona prova, i differenti tratti caratteriali e le modifiche che il corpo subisce ogni volta che una persona prende il sopravvento sulla coscienza. La storia di Billy è affascinante, soprattutto per le persone interessate ai disturbi psichici che spingono le persone a commettere reati. Il disturbo dissociativo d’identità non è riconoscibile istantaneamente, e ne soffrono ben poche persone. Forse è anche questo il motivo che spinge a studiare meglio questi casi e le circostanze che vengono a crearsi intorno ad esso.
Un bellissimo lavoro svolto dall’autore che ci svela i segreti della storia vera che ha sconvolto l’America negli anni ’70, infatti Billy è stata la prima persona ad aver commesso reati gravi giudicata mentalmente inferma e quindi non colpevole. L’unico voto che è possibile dare è quello che senz’altro merita l’autore per averci fatto conoscere la storia come se lui non ci avesse avuto a che fare, in terza persona.
VOTO: 9

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In memoria di William Stanley Milligan ((Miami Beach, 14 febbraio 1955 – Columbus, 12 dicembre 2014)

 

                                    Un dipinto di Billy
“Soldi a parte, come pensi che ti sentiresti se tutto il mondo leggesse la storia della tua vita?” Billy si accigliò. “Penso che la gente dovrebbe sapere. Potrebbe aiutare a capire che cosa può portare la violenza sui bambini.” (Billy Milligan)

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